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MANOVRA 2023 come cambiano gli incentivi: Piano Transizione 4.0 – Industria 4.0 – Nuova Sabatini – Sud – Formazione 4.0 – Contratti di sviluppo

Novembre 29, 2022
in Archivio, Finanza Agevolata, Formazione 4.0, Industria 4.0, Legge di bilancio 2023, Newsletter, Nuova Sabatini, Patent Box, Transizione 4.0
MANOVRA 2023 come cambiano gli incentivi: Piano Transizione 4.0 – Industria 4.0 – Nuova Sabatini – Sud – Formazione 4.0 – Contratti di sviluppo
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RAMSES CONSULTING NEWS n. 463 – 29 novembre 2022

INDUSTRIA 4.0

ALIQUOTE FORTEMENTE RIDOTTE A PARTIRE DAL 1° GENNAIO 2023 SE NON INTERVIENE LA FINANZIARIA A MODIFICARE UNA CHINA NON GRATIFICANTE PER IL SISTEMA INDUSTRIA ITALIA

Purtroppo, la sperata proroga dell’attuale livello del credito di imposta industria 4.0 non ha trovato spazio nella bozza di legge di bilancio 2023.

Allo stato attuale pertanto le aliquote per il 2023 passeranno:

Dal 40% al 20% per investimento fino a 2,5 milioni di euro
Dal 20% al 10% per la quota di investimento fino ai 10 milioni di euro
Dal 10%  al  5% per la quota di investimento fino ai 20 milioni di euro

Per il software 4.0 la riduzione sarà ancora più significativa passando

dal 50% al 20% per investimentI fino a 1 milione di euro

PRENOTAZIONE

Ricordo che le attuali aliquote possono comunque essere “prenotate” anche per l’anno prossimo a patto che entro il 31/12/2022:

  • sia versato un acconto di almeno il 20%
  • l’ordine sia accettato dal fornitore
  • che l’investimento sia effettuato entro il 30/06/2023


Se avete in programma investimenti è opportuno valutare di avviarli entro il 31/12/2022 per cogliere quest’ultima finestra di opportunità!

Ecco il testo in pdf, aggiornato al 27 novembre con relazione illustrativa, del disegno di legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023.

Il valore delle misure contenute nella manovra di bilancio è di quasi 35 miliardi di euro. 

Fonte Fisco e tasse


Aiuti 4.0, Nuova Sabatini, incentivi per il Sud: in manovra resta vuoto il pacchetto industria

Nella bozza mancano anche i bonus tv – Spiragli per la decontribuzione Mezzogiorno

Niente Industria 4.0 (nota ormai come piano Transizione 4.0). Nessun rifinanziamento per le agevolazioni della “Nuova Sabatini”. Nessun fondo per il made in Italy (almeno per ora). Nemmeno il rafforzamento degli Ipcei, i grandi progetti di ricerca europei. E sfuma anche la proroga del credito d’imposta per gli investimenti al Sud.

La bozza della legge di bilancio delude ampiamente le aspettative sugli strumenti di politica industriale. Gran parte delle richieste del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) non sono entrate, al momento quantomeno, nella lista compilata dal ministero dell’Economia dopo le valutazioni di copertura finanziaria. Tutto o quasi l’intervento si è concentrato sui contratti di sviluppo – che ogni anno del resto vengono rifinanziati, questa volta con 4 miliardi fino al 2028 -, il Fondo di garanzia per le Pmi (nella bozza non figurano cifre ma nel post-Consiglio dei ministri si parlava di 1 miliardo per il 2023) e il credito d’imposta per la quotazione delle Pmi che avrà a disposizione 65 milioni per il prossimo triennio.

Per le policy a supporto del sistema industriale e delle Pmi si tratta di uno dei risultati più magri delle ultime manovre finanziarie. Massimo Bitonci, sottosegretario del ministero delle Imprese e del made in Italy, che avrà tra l’altro la delega agli incentivi fiscali gestiti dal dicastero, conta in un recupero in tempi relativamente stretti di quello che non dovesse entrare nemmeno nel testo definitivo. «La manovra ha dovuto affrontare situazioni di emergenza, come il caro-bollette, ma contiamo di recuperare almeno parte delle proposte con la conversione parlamentare della legge di bilancio o con un successivo decreto legge che all’inizio del prossimo anno potrebbe servire a sostenere una fase, auspichiamo, di rimbalzo dell’economia». Bitonci osserva in altre  parole che quando in primavera «potrebbe attenuarsi l’emergenza sull’energia e potrebbe dunque concretizzarsi un contesto di crescita rapida dell’economia, dovremo già aver fornito alle imprese che vogliono investire gli strumenti per farlo».

Il quadro attuale comunque (e al netto di eventuali integrazioni nella versione finale della manovra) secondo le principali associazioni del sistema manifatturiero è poco confortante. Per prorogare di un anno il credito d’imposta per la formazione 4.0, ad esempio, servirebbero 150 milioni. Per evitare il dimezzamento, a partire dal 2023, delle aliquote del credito d’imposta sui beni strumentali 4.0 1,5 miliardi. Per rialimentare i finanziamenti agevolati della “Nuova Sabatini” 500 milioni.

Le risorse ipotizzate per misure a sostegno del made in Italy e di contrasto alla contraffazione potrebbero invece trovare spazio come finanziamento al disegno di legge collegato alla manovra che è stato preannunciato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Adolfo Urso. Non riguarda le imprese – ma rientrava tra le richieste del Mimit – anche il rifinanziamento del bonus tv e decoder, anch’esso assente nella bozza della manovra. Le stime dei tecnici indicavano un fabbisogno di 100 milioni per supportare il processo di migrazione degli utenti verso apparecchi compatibili con il passaggio alla codifica Mpeg-4 e poi, successivamente, al nuovo digitale terrestre Dvb-T2. Non hanno conquistato spazi in manovra nemmeno le misure per il Mezzogiorno, che ha un suo ministero di riferimento (Affari europei, Pnrr e Sud). «Non trovare una sola volta la parola Sud in una legge di bilancio non era mai successo» dice l’ex ministro per il Sud e attuale vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano. Non c’è traccia, almeno per ora, della proroga del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nelle Regioni meridionali e la misura in questo modo si esaurirà a fine 2022, così come il credito di imposta in versione potenziata per le zone economiche speciali e quello, sempre maggiorato, per le spese di ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno. Qualche spiraglio dell’ultim’ora si è aperto per la decontribuzione sui contratti di lavoro al Sud, che anche scade nel 2022. Il ministero dell’Economia starebbe lavorando alle coperture per un altro anno, agganciando la misura al Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato Ue per la guerra in Ucraina che è stato rinnovato fino a tutto il 2023.

FONTE IL SOLE 24  ORE

LINK testo in pdf, aggiornato al 27 novembre con relazione illustrativa, del disegno di legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023.

Manovra 2023: come cambiano gli incentivi del Piano Transizione 4.0?

Nella Manovra 2023 trovano posto le misure per le imprese sul fronte Transizione 4.0,

Per quanto concerne le imprese, la premier Meloni ha spiegato che la Manovra 2023 punta anzitutto a tutelare il settore produttivo davanti a scenari economici e internazionali complicati come quelli attuali. Per far ciò, oltre alle misure contro il “caro bollette”. Il pacchetto per la transizione 4.0 risulta quindi “ridotto” rispetto agli anni passati.

A partire da gennaio per i beni materiali 4.0 le aliquote scendono dall’attuale 40% al 20% per investimenti fino a 2,5 milioni, dal 20% al 10% per investimenti da 2,5 a 10 milioni e dal 10% al 5% per investimenti da 10 a 20 milioni; per i software 4.0 si passa dalla superaliquota al 50% introdotta con il decreto aiuti al 20% per il 2023.

Finirà definitivamente la stagione del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali ordinari sia materiali che software.

500 milioni per la Nuova Sabatini

La Manovra 2023 rifinanzia con 500 milioni di euro (nel 2022 erano 900) la Nuova Sabatini, la misura a sostegno degli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali a uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali. Stop invece al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali non il linea con il paradigma 4.0.

La formazione 4.0

Finanziato per un anno in più il bonus formazione 4.0. La proroga dovrà rispettare le percentuali previste in un recente decreto: 70% per le pmi e 50% per le grandi imprese che investono nella formazione dei dipendenti e ricorrono a soggetti certificati. Previsto anche il rifinanziamento della nuova Sabatini per l’acquisto di beni strumentali pari a 500 milioni per due anni.
Per gli investimenti in ricerca e sviluppo il Mimit proporrà una riduzione dell’aliquota dal 20% al 15% e non al 10% come preventivato.

LINK testo in pdf, aggiornato al 27 novembre con relazione illustrativa, del disegno di legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023.

Il valore delle misure contenute nella manovra di bilancio è di quasi 35 miliardi di euro. 


Transizione 4.0 – i costruttori di macchine scrivono al ministro Urso: “Necessari interventi urgenti per la digitalizzazione e contro il caro energia “

Alcune importanti associazioni di costruttori di macchine hanno inviato una lettera ad Adolfo Urso,    MINISTRO  delle Imprese e del Made in Italy, per chiedere interventi urgenti sul fronte degli incentivi per la digitalizzazione e non solo.

A firmare la lettera sono Paolo Lamberti, presidente di Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica), Dario Previero, presidente di Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Riccardo Cavanna, presidente di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per l’Imballaggio e il Confezionamento), tre associazioni che rappresentano una quota rilevante della produzione e dell’export italiano di beni strumentali.

Nella lettera le associazioni chiedono misure rapide per contrastare il caro energetico e lo shortage di materie prime, ma anche per non interrompere il percorso di digital transformation che le imprese manifatturiere italiane hanno iniziato a intraprendere, ma che è ben lungi dall’essere compiuto.

Le richieste sul piano Transizione 4.0

Sono diverse le richieste portate dalle associazioni. Iniziamo con quelle più strettamente legate agli incentivi previsti dal piano Transizione 4.0.

La prima richiesta è di prorogare al 2023 (l’ipotesi sarebbe giugno se non addirittura dicembre) l’attuale termine del 31 dicembre 2022 per la consegna dei beni strumentali acquistati nel 2021. Si tratta di un termine che era stato già prorogato dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022, ma il perdurare dello shortage di componenti elettronici e altre materie prime sta rendendo impossibile completare le consegne degli ordini effettuati lo scorso anno, quando – grazie alle super aliquote degli incentivi che arrivavano fino al 50% – gli ordini sono stati particolarmente numerosi.

La seconda richiesta è di “rendere definitivi e non transitori gli incentivi Transizione 4.0 dato che l’ammodernamento della manifattura italiana non è completo, ma ancora in corso”.

A questa seconda richiesta se ne unisce una terza, ad essa complementare: “mettere in campo aiuti per traghettare verso la digitalizzazione anche gli end user medio piccoli”.

E poi ci sono due ulteriori richieste di modifica dell’attuale assetto degli incentivi relativi alla Transizione 4.0.  La prima è di adeguare la normativa sugli ammortamenti dei beni strumentali, ferma a coefficienti di ammortamento stabiliti in un decreto di fine anni Ottanta, e la seconda di supportare la transizione energetica perché renda le fabbriche più sostenibili in termini di risparmi e ottimizzazione degli impianti.

Dal patent box alla formazione, ecco le altre richieste

Nella lettera c’è poi la richiesta di rivedere la nuova normativa del PATENT  BOX (che a molte aziende non è mai andata giù) e di “dare il via libera al credito d’imposta alla ricerca”.

Quanto alla formazione le associazioni chiedono di “investire nel sistema scolastico, con fondi per laboratori e formazione sulle materie Stem”.

Un’altra richiesta è di “tenere l’acceleratore premuto sulla promozione all’estero e sull’internazionalizzazione delle imprese italiane”. Questo con l’auspicio che il nuovo comitato per il commercio estero guidato proprio dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy insieme al Ministero degli Affari Esteri con l’auspicio che “possa dare nuovo impulso in uno scenario internazionale sempre più competitivo”.

Le ultime due richieste sono di “estendere le misure a supporto dei rincari del caro energia a tutte le filiere interessate” e di sostenere le filiere. In particolare la filiera ceramica necessita di misure immediate per calmierare i costi dell’energia derivante da fonti fossili e per la conversione a fonti rinnovabili; quella plastica chiede aiuti per il supporto ai sistemi di riciclo e riuso dei materiali plastici con attenzione a riciclo meccanico, chimico e organico; infine, quella del confezionamento per lo sviluppo di packaging sempre più sostenibili e riciclabili.

FONTE  INNOVATION POST

Manovra 2023 e imprese: le incognite su incentivi 4.0 e Nuova Sabatini

Mentre i contratti di sviluppo trovano spazio nella bozza delle legge di Bilancio 2023 in circolazione, si fa sentire l’assenza di alcune misure molto attese dalle aziende italiane, tra cui il rifinanziamento della Nuova Sabatini, l’ampliamento dei crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 agli investimenti energetici e la proroga del bonus formazione 4.0.

Protagoniste della Manovra 2023 sono le misure contro il caro-energia, seguite dagli interventi a sostegno dell’occupazione e delle famiglie, mentre il capitolo ‘imprese’ è molto assottigliato rispetto alle aspettive, tanto che il presidente di Confindustria Carlo Bonomi – in un’intervista a La Stampa – ha posto l’accento sulla mancanza di una politica industriale nell’attuale legge di Bilancio.

Tra le misure più attese dal tessuto imprenditoriale italiano ci sono il rifinanziamento della Nuova Sabatini e la proroga del bonus formazione 4.0, che in base ad anticipazioni di stampa avrebbero trovato spazio nella Manovra 2023, ma nella bozza in circolazione in questi giorni sono le grandi assenti, insieme alla mancata estensione degli incentivi 4.0agli investimenti energetici per aiutare le imprese ad affrontare il caro bollette   

In attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del disegno di legge di Bilancio 2023 e dell’iter parlamentare che porterà alla sua definitiva adozione, in questo articolo abbiamo provato a fare il punto su alcune questioni aperte di interesse per le imprese e non solo.

Bonus formazione 4.0 a fine corsa: arriverà la proroga con la Manovra 2023?

Il credito d’imposta per la formazione 4.0 cesserà di essere operativo alla fine dell’anno, di conseguenza la sua proroga è attesa da tutte quelle aziende che stanno investendo nell’acquisizione e nel consolidamento delle conoscenze relative alle nuove tecnolgie digitali, dai big data alla cybersicurezza.

Con il restyling del  bonus formaione 4.0 apportato dal dl Aiuti (dl n. 50-2022), il MISE ha dato nei mesi scorsi un chiaro segnale alle imprese: sostegno maggiore – con aliquote più elevate, fino al 70% dell’investimento – alle aziende più piccole, per aiutarle nel processo di digitalizzazione puntando sulla formazione a 360° del personale. Formazione, quindi, non limitata all’uso di un determinato macchinario 4.0, con l’obiettivo di aiutare le aziende piccole dimensioni a colmare il gap digitale che scontano rispetto alle grandi imprese.

Tuttavia, ad oggi, manca ancora il decreto direttoriale che dovrebbe dare a seguito al provvedimento firmato da Giorgetti, in veste di titolare dello Sviluppo economico, a luglio (in attesa di pubblicazione in Gazzetta ufficiale) per rendere operative le modifiche introdotte dal dl Aiuti.

Alla luce di questo ritardo e dell’imminente scadenza del bonus formazione 4.0, la Manovra 2023 è sembrata a molti la cornice ideale per fare – come nelle precedenti finanziarie – i dovuti aggiustamenti agli incentivi pel Piano  Transizione 4.0   , innanzitutto per dare un segnale di continuità alle imprese e poi per rispondere alle priorità della duplice transizione verde e digitale al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Il segnale è arrivato, ma non nella direzione che ci si aspettava. Se infatti all’inizio della settimana la proroga del credito d’imposta formazione 4.0 era data per certa da diverse fonti di stampa, nella bozza che ha iniziato a circolare nei giorni successivi il bonus è del tutto assente.

Non trova poi spazio nella bozza della legge di Bilancio 2023 l’ampliamento del raggio d’azione dei bonus Transizione 4.0 agli investimenti in economia circolare ed energia, prospettato più volte nei mesi scorsi come uno degli interventi in cantiere per aiutare le imprese a fronteggiare il caro bollette.

Nuova Sabatini: verrà rifinanziata dalla legge di Bilancio 2023?

Altro grande assente nella bozza della Manovra 2023 è il rifinanziamento della Nuova  Sabatini   , l’agevolazione che sostiene gli investimenti delle micro, piccole e medie imprese per l’acquisto, o acquisizione in leasing, di beni strumentali.

Come per il bonus formazione 4.0, all’inizio della settimana il rifinanziamento dell’agevolazione – con 500 milioni di euro – era stato confermato da diverse fonti di stampa, per poi lasciare un grande vuoto nella bozza circolata nei giorni seguenti.

Contratti di sviluppo: i fondi non mancano

In base alle bozza della Manovra 2023, i contratti di sviluppo dovrebbero poter contare su:

  • 40 milioni di euro per l’anno 2023, 160 milioni di euro per l’anno 2024 e 750 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028 per i programmi di sviluppo industriale, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, e per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale
  • 20 milioni di euro per l’anno 2023, 60 milioni di euro per l’anno 2024 e 180 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028 per i programmi di sviluppo di attività turistiche

Le prime conferme sul futuro dei bonus 4.0, della Nuova Sabatini e dei contratti di sviluppo arriveranno nei prossimi giorni con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del disegno di legge di Bilancio per il 2023 (approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 novembre), cui seguiranno i lavori parlamentari per l’approvazione definitiva, dove potranno essere apportate modifiche.

LINK testo in pdf, aggiornato al 27 novembre con relazione illustrativa, del disegno di legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023.

Il valore delle misure contenute nella manovra di bilancio è di quasi 35 miliardi di euro. 

TAX CREDIT ENERGIA E GAS PROROGATI AL 2023

Il governo ha previsto l’estensione dei Crediti d’Imposta fino al primo trimestre 2023 e prorogato i termini per l’utilizzo in compensazione fino al 31 Dicembre 2023

Proseguono gli incentivi messi in campo dal governo per contrastare il caro energia.

Il DL “Aiuti-quater” recentemente approvato, prevede l’estensione anche al mese di Dicembre dei crediti d’Imposta energia e gas riconosciuti per i mesi di Ottobre e Novembre 2022.

La bozza del Ddl. di bilancio 2023 la proroga anche al primo trimestre 2023.

Alla luce delle nuove disposizioni, quindi, nel mese di Dicembre 2022 verranno riconosciuti i seguenti crediti:

  • 40% delle spese sostenute alle imprese energivore
  • 30% delle spese sostenute alle imprese non energivore
  • 40% delle spese sostenute alle imprese gasivore
  • 40% delle spese sostenute alle imprese non gasivore

Mentre nel 2023 le aliquote saranno maggiorate del 5%, ovvero:

  • 45% delle spese sostenute alle imprese energivore
  • 35% delle spese sostenute alle imprese non energivore
  • 45% delle spese sostenute alle imprese gasivore
  • 45% delle spese sostenute alle imprese non gasivore

Le disposizioni estendono anche i termini di utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta:

  • 30 Giugno 2023 per i crediti maturati nel III e IV trimestre 2022
  • 31 Dicembre 2023 per i crediti maturati nel primo trimestre 2023

Anche per questi crediti d’imposta è previsto l’invio del relativo modello di comunicazione al Mise.

LINK testo in pdf, aggiornato al 27 novembre con relazione illustrativa, del disegno di legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023.


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