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NUOVO PIANO TRANSIZIONE 5.0: il punto sugli incentivi previsti

Settembre 7, 2023
in Archivio, Transizione 5.0
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Gli incentivi previsti verranno finanziati con fondi derivanti dal PNRR e dal RepowerEU.

Allo stato attuale non esistono bozze ufficiali della nuova normativa ma dobbiamo rifarci a quelle che sono le varie dichiarazioni del Ministro Urso per comprendere cosa si sta delineando all’orizzonte.

Incentivi Transizione 5.0: cosa aspettarsi

Qui in sintesi il quadro che emerge dalle ultime dichiarazioni fatte in varie sedi dal MINISTRO URSO (Ministro delle Imprese e del Made in Italy):

RIPRISTINO DELLE ALIQUOTE PRECEDENTI

Il CREDITO D’IMPOSTA TRANSIZIONE 4.0 vedrà ripristinate con il 5.0 le aliquote precedenti ma saranno probabilmente richieste ulteriori prestazioni legate alla sostenibilità e alle fonti rinnovabili.

Questi incentivi ripristinati saranno inseriti nella legge di bilancio per il 2024 o in documenti collegati

RIFINANZIMENTO DELLA NUOVA SABATINI GREEN
Dalle ultime dichiarazioni emerge anche l’intenzione di rifinanziare la Nuova Sabatini Green

Le ultime dichiarazioni del Ministro sugli incentivi Transizione 5.0

Nel documento che sarà esaminato dal Parlamento sono, in particolare, previste quattro misure:
• il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 4 miliardi di euro, per sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare progetti tesi al perseguimento di obiettivi di transizione ecologica e digitale;
• il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technologies, consistente concessione di incentivi alle imprese tramite strumenti di finanziamento esistenti sia per investimenti utili alla decarbonizzazione dei processi produttivi sia per il supporto alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi;
• la Nuova Sabatini green, per sostenere le Pmi nell’acquisto di impianti e connesse tecnologie digitali che consentano la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, nell’ambito di programmi di investimento per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi;

• il credito d’imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, per sostenere le imprese nella realizzazione di investimenti in impianti – e connesse tecnologie digitali – per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, il quale potrebbe essere nel negoziato europeo assorbito all’interno di Transizione 5.0.

FONTE CORCOM

Il ministro ha ricordato che, sul fronte degli investimenti per le imprese, saranno destinate risorse complessive per oltre 7,8 miliardi di cui 4 miliardi per il Piano Transizione 5.0; 1,5 miliardi per crediti di imposta per produzione di energia da fonti rinnovabili; 2 miliardi per contratti di sviluppo e misure per la sostenibilità ambientale; 320 milioni per la nuova legge Sabatini green.

FONTE ANSA

Poi spiega ed entra nel dettaglio: “puntiamo ad aumentare e rafforzare l’intensità delle agevolazioni previste dal nuovo Piano Transizione 5.0 dopo che questa intensità e portata è stata sostanzialmente dimezzata dalla Legge di Bilancio per il 2022”, l’ultima del governo Draghi.
Sarà poi necessario l’ampliamento degli obiettivi del Piano, rispetto alle versioni degli anni precedenti, perché dovrà essere diretto alla duplice transizione, mettendo insieme quella digitale e quella green, “con un approccio di sistema”, spiega Urso, “in modo che il Piano possa incentivare contemporaneamente le due transizioni in atto e in prospettiva”.

L’aspettativa è che l’intervento finisca nella prossima legge di bilancio o in un provvedimento collegato.

Misure più forti, ampie e certe

E il responsabile del Mimit anticipa anche che, nel modellare il nuovo Piano, “ci concentreremo su tre aspetti: l’intensità delle misure di sostegno; l’ampliamento degli obiettivi; la certezza delle agevolazioni”.

Poi spiega ed entra nel dettaglio: “puntiamo ad aumentare e rafforzare l’intensità delle agevolazioni previste dal nuovo Piano Transizione 5.0 dopo che questa intensità e portata è stata sostanzialmente dimezzata dalla Legge di Bilancio per il 2022”, l’ultima del governo Draghi.

Sarà poi necessario l’ampliamento degli obiettivi del Piano, rispetto alle versioni degli anni precedenti, perché dovrà essere diretto alla duplice transizione, mettendo insieme quella digitale e quella green, “con un approccio di sistema”, spiega Urso, “in modo che il Piano possa incentivare contemporaneamente le due transizioni in atto e in prospettiva”.

C’è poi il terzo indirizzo da seguire e a cui attenersi, e “deve riguardare la certezza delle agevolazioni”, rimarca il ministro. “Troppo spesso, infatti, le imprese si sono poi viste contestare in sede di accertamento i crediti maturati. È un rischio che non possiamo più correre, e soprattutto che le aziende non devono più correre”. Per questo, “bisogna contemplare l’esigenza dell’automatismo delle misure, che devono essere svincolate dai tempi di istruttoria della pubblica amministrazione”.

E a proposito di certezza e accertamenti, Urso ha detto che “entro la pausa estiva” arriverà il DPCM che regolamenterà la questione dei controlli.

Dovrebbe trattarsi – immaginiamo – del provvedimento che renderà operativa la CERTIFICAZIONE PREVENTIVA  per gli investimenti in attività di ricerca, sviluppo e innovazione.

Per quanto riguarda invece il nuovo piano Transizione 5.0, invece, le tempistiche saranno più lunghe: come è noto il Governo è in attesa di una risposta da parte della Commissione Europea sull’utilizzo dei fondi del RePowerEU e del PNRR.

“Stiamo attendendo la risposta da parte dell’Unione Europea su come finanziare il Piano attraverso le risorse individuate nel RePower Ue e nella rivisitazione del PNRR”, ha detto Urso. “In questi giorni dovremmo ottenere certezza su quali risorse poter utilizzare”. L’aspettativa è che l’intervento finisca nella prossima legge di bilancio o in un provvedimento collegato.

FONTE INNOVATION POST

Il Piano Transizione 5.0 manterrà la conformazione delle misure precedenti e aggiungerà nuovi incentivi, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione tecnologica. Lo dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Stiamo lavorando a misure semplici, automatiche, non selettive, cioè senza differenziazioni per settore di attività economica, dimensione, forma giuridica, collocazione territoriale. Queste sono le caratteristiche che finora hanno garantito il successo del Piano e che noi vogliamo rafforzare”. Tre gli aspetti principali del nuovo Piano:
• intensità delle misure di sostegno;
• ampliamento degli obiettivi;
• certezza delle agevolazioni.

FONTE IL DENAR0 .IT

Il Piano Transizione 5.0: l’upgrade è green e digitale

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo in collegamento il 7 Luglio con il Family Business Forum, ha annunciato l’intenzione del Governo di destinare risorse significative per il Piano Transizione 5.0, mettendo a disposizione almeno 4 miliardi di euro per accelerare il processo di sviluppo nel digitale e nella sostenibilità delle imprese italiane.

Urso ha dichiarato che le risorse necessarie saranno ricavate dalla revisione dei capitoli di bilancio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del programma RepowerEu. Attualmente, il Governo è impegnato in un confronto aperto con la Commissione europea per definire l’entità precisa dei fondi a disposizione.

Transizione 5.0 vs Transizione 4.0

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione del precedente programma Transizione 4.0 e opera nell’ottica di portare a un livello ancora più avanzato il processo di transizione ecologica e digitale in cui le imprese italiane sono impegnate. La convergenza di questi due ambiti ha come scopo lo spostamento dell’ago della bilancia dell’intera operazione: non prevale più l’incremento del valore per gli azionisti, ma vengono messi al centro gli interessi di tutti gli stakeholders, tra i quali i lavoratori, le famiglie, l’ambiente.

Per garantire il successo del Piano Transizione 5.0, Urso sottolinea l’importanza di riformare e potenziare il sistema modulare di incentivi fiscali previsto dal piano Transizione 4.0. Questi incentivi dovranno essere strutturati in una modalità tale da premiare prevalentemente le aziende che investono in nuove tecnologie e in soluzioni che integrino la digitalizzazione allo scopo di raggiungere rinnovati e consistenti obiettivi di sostenibilità. Si auspica inoltre l’introduzione di un credito di imposta specifico per la sostenibilità, che possa incoraggiare le aziende a orientarsi verso il green manufacturing in linea con le direttive europee.

Piano Transizione 5.0 non solo tecnologia

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’importante risposta alle sfide che le imprese devono affrontare nel futuro. L’impegno del Governo, nel promuovere accordi per l’innovazione e destinare ulteriori finanziamenti per i progetti di ricerca e sviluppo, evidenzia la volontà di creare un ambiente favorevole all’innovazione e di sostenere le imprese nella trasformazione digitale e nella transizione verso un’industria sostenibile.

Oltre a sostenere l’innovazione tecnologica, il Governo sta promuovendo delle iniziative di formazione e di adeguamento dei percorsi formativi per garantire la disponibilità di personale altamente qualificato. Questo rappresenta un punto cruciale per far fronte alle esigenze sia delle figure tecniche e operative tradizionali, sia delle competenze digitali.

Piano Transizione 5.0 oltre l’Italia

L’obiettivo del Piano Transizione 5.0 va oltre i confini nazionali. Il recente vertice trilaterale con Germania e Francia conferma l’importanza di una collaborazione strutturata tra le tre grandi economie industriali europee per affrontare le sfide poste dalla Cina e dagli Stati Uniti. L’obiettivo è sviluppare una politica industriale comune che ponga al centro la competitività del sistema industriale europeo.

In conclusione, il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’iniziativa cruciale per supportare l’innovazione green e digitale delle aziende italiane. Il Governo al fine di innalzare la competitività del nostro Paese a livello europeo e internazionale, ha deciso l’allocazione di consistenti risorse finanziarie a livello centrale allo scopo di promuovere l’adozione di tecnologie all’avanguardia e l’integrazione di pratiche sostenibili.

FONTE SERVIZI  4.0

Cos’è la transizione 5.0

Per comprendere meglio dove saranno indirizzati gli incentivi e a quali tipi di vincoli potrebbero essere sottoposti e opportuno capire meglio cosa significa transizione 5.0.

Stiamo parlando della nuova fase evolutiva dell’industria, successiva al 4.0 e basata su tre pilastri:

  • umano-centrismo
  • resilienza
  • sostenibilità

Si tratta di una visione che mette al centro le persone e il loro benessere, che mira a rendere le imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, e che promuove la tutela dell’ambiente e la riduzione delle emissioni di CO2.

La transizione 5.0 nasce dall’unione di due importanti aree di cambiamento:

  • la transizione digitale
  • e la transizione ecologica.

La prima riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’internet delle cose, la robotica, la blockchain, che consentono di migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dei processi produttivi.

La seconda riguarda il passaggio da un modello di sviluppo lineare e basato sui combustibili fossili a uno circolare e basato sulle fonti rinnovabili, che valorizza il riciclo, il riuso e la rigenerazione delle risorse.

La transizione 5.0 rappresenta quindi una grande opportunità per le imprese italiane, che possono innovare i loro prodotti e servizi, rendendoli più personalizzati, sicuri, accessibili e sostenibili.

Al tempo stesso, rappresenta una grande sfida, che richiede investimenti significativi, competenze adeguate e una visione strategica.

Quali sono le sfide della transizione 5.0?

Per affrontare la transizione 5.0, le imprese devono essere in grado di:

  • Responsabilizzare le catene di fornitura e l’ecosistema produttivo, garantendo trasparenza, qualità e tracciabilità dei prodotti e dei materiali.
  • Adottare un approccio di economia rigenerativa e circolare “by design”, progettando i prodotti in modo da minimizzare gli impatti ambientali e sociali lungo tutto il loro ciclo di vita.
  • Aumentare l’autosufficienza, l’adattabilità e la riduzione della fragilità, implementando soluzioni energetiche distribuite e intelligenti, che consentano di gestire in modo ottimale la domanda e l’offerta di energia.
  • Digitalizzare con uno scopo, al fine di vivere in armonia con i limiti del pianeta, utilizzando le tecnologie digitali per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi, monitorare gli impatti e coinvolgere i clienti.
  • Misurare tutto ciò che conta: metriche rigenerative e quadro normativo, adottando indicatori che valutino non solo la performance economica ma anche quella ambientale e sociale delle imprese.

Vedi anche: Industria 5.0 – Crediti d’imposta potenziati fino a metà 2026

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