RAMSES CONSULTING NEWS n. 601 – 17 ottobre 2023
La Commissione europea ha approvato il regime di sostegno italiano dedicato alle future fabbriche di elettrolizzatori.
Il bando, di prossima pubblicazione, prevederà un importante contributo a fondo perduto sui costi di acquisto di impianti per la produzione di idrogeno verde.
Sì ai 100 milioni di euro destinati alla produzione di elettrolizzatori in Italia. La Commissione europea ha approvato il regime di sostegno disegnato dal Belpaese per la filiera dell’idrogeno.
Al centro della misura ci sono gli elettrolizzatori, ossia gli impianti in grado di generare idrogeno a partire da acqua ed elettricità. La tecnologia è ritenuta fondamentale per la diffusione della versione “verde” del vettore e la capacità manifatturiera globale sta lentamente aumentando: nel 2022 ha raggiunto quasi 11 GW l’anno (dati IEA), con Europa e Cina che si spartiscono i due terzi dell’industria. Ma per soddisfare la futura domanda europea di idrogeno pulito la produzione interna di elettrolizzatori deve necessariamente aumentare, sfidando ancora la competizione dei mercati esteri.
La produzione di elettrolizzatori in Italia
Ben venga dunque il progetto italiano per stabilire nei confini nazionali una nuova industria dedicata. Il regime di sostegno è stato approvato dall’Esecutivo UE approvato nell’ambito del QUADRO TEMPORANEO PER LA CRISI E LA TRANSIZIONE SUGLI AIUTI DI STATO.
Per la precisione la Commissione ha ritenuto gli incentivi italiani “necessari, appropriati e proporzionati per accelerare la transizione verde e facilitare lo sviluppo di alcune attività economiche”. Ma soprattutto introduce nuove misure, applicabili fino al 31 dicembre 2025, per accelerare ulteriormente gli investimenti in nella fabbricazione di attrezzature strategiche, quali batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, così come componenti fondamentali e per la produzione e il riciclaggio delle materie prime critiche necessarie alla transizione ecologica. Nel dettaglio i governi potranno ideare “regimi semplici ed efficaci”, fornendo aiuti fino a una determinata percentuale dei costi e degli importi nominali, a seconda dell’ubicazione dell’investimento e delle dimensioni del beneficiario. Le PMI e le imprese situate in regioni svantaggiate potranno accedere a un sostegno maggiore.
Nel dettaglio il regime aiuterà con 100 milioni di euro la produzione di elettrolizzatori in Italia. Il sostegno arriverà sotto forma di sovvenzioni dirette mirate a rafforzare le capacità manifatturiera. La misura sarà aperta a tutti i settori, ad eccezione delle istituzioni finanziarie. E Bruxelles ha sottolineato che dovrà rimanere in vigore solo fino al 31 dicembre 2025 e non oltre.
Il via libera della Commissione europea agli aiuti di Stato italiani
Gli aiuti di Stato sono regolamentati in maniera molto rigida all’interno dell’Unione europea. Tranne in alcuni casi, gli aiuti di Stato sono vietati dalla normativa europea e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (articoli 107 e 108).
Questo perché qualsiasi concessione per via amministrativa o per legge può determinare distorsioni della concorrenza, favorendo determinate imprese o produzioni. Possono essere compatibili con il Trattato di Lisbona, solo se realizzano obiettivi di comune interesse chiaramente definiti.
Un approccio standard di Bruxelles relativo ai più disparati ambiti di ricerca, innovazione e sviluppo, quindi di crescita economica ed industriale.
Concetto ribadito anche con il via libera della Commissione europea al regime italiano da 100 milioni di euro a sostegno della produzione di elettrolizzatori, fondamentali per promuovere la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in linea con il piano industriale del Green Deal.
In particolare, l’aiuto incentiverà la produzione di attrezzature necessarie per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette e sarà concesso entro il 31 dicembre 2025.
Che cosa sono gli elettrolizzatori e a che servono
Gli elettrolizzatori sono utili alla produzione di idrogeno gassoso, che a sua volta è centrale in diversi processi industriali strategici, come la produzione di ammoniaca, di fertilizzanti e carburante per le celle a combustibile (come nel caso di autobus e camion).
Gli elettrolizzatori sono impiegati anche per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili, come l’eolico, il solare e l’idroelettrico, convertendo l’energia elettrica in eccesso in idrogeno gassoso, che può facilmente essere compresso e immagazzinato per utilizzi successivi.
Tecnicamente parlando, un elettrolizzatore (o cella elettrolitica) è un dispositivo elettrochimico che, alimentato da energia elettrica (come detto anche pulita da rinnovabili), consente, in presenza di un elettrolita e di una membrana, di rompere le molecole dell’acqua, separando l’idrogeno dall’ossigeno. Un circuito idraulico convoglia l’idrogeno verso un serbatoio, mentre l’ossigeno può essere anch’esso raccolto o disperso nell’ambiente.
Uno degli impieghi più noti è comunque quello per la produzione di idrogeno verde, cioè ottenuto a partire da energia generata da impianti a fonti rinnovabili. L’idrogeno verde è idrogeno pulito al 100%, da monte a valle come si dice, ottenuto a partire dalla tecnologia dell’elettrolisi dell’acqua.
Un vettore green per accelerare la transizione ecologica ed energetica
Il regime approvato dalla Commissione serve proprio a sostenere misure in settori che sono fondamentali ai fini dell’accelerazione della transizione verde e la riduzione della dipendenza dai combustibili. L’idrogeno verde è uno dei vettori green su cui vale la pena di scommettere per il raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici tra il 2030 ed il 2050.
Come spiegato in un comunicato ufficiale, l’aiuto, “approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione”, assumerà la forma di sovvenzioni dirette: “L’obiettivo del regime è lo sviluppo delle capacità di produrre attrezzature strategiche necessarie per la diversificazione delle fonti energetiche. La misura sarà aperta a tutti i settori, ad eccezione delle istituzioni finanziarie”.
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