RAMSES CONSULTING NEWS n. 743 – 24 ottobre 2025
Aliquota al 40% nella Legge di Bilancio 2026
Con la bozza della Legge di Bilancio 2026, approvata dal Consiglio dei Ministri il 17 ottobre 2025, il Governo introduce un nuovo credito d’imposta per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, finalizzato a sostenere la transizione digitale del settore primario.
La misura, contenuta all’articolo 97 del testo, nasce per compensare l’esclusione di tali imprese dal nuovo sistema dell’iperammortamento, non applicabile a chi determina il reddito su base catastale.
Il nuovo incentivo rappresenta una forma di continuità selettiva con il piano “Transizione 4.0”, offrendo anche alle imprese agricole la possibilità di investire in beni strumentali tecnologicamente avanzati e interconnessi, come macchinari automatizzati, sensori per il monitoraggio, software gestionali e soluzioni digitali per l’agricoltura di precisione.
Caratteristiche principali
Il beneficio consiste in un credito d’imposta pari al 40% del costo di acquisizione dei beni materiali e immateriali nuovi rientranti negli allegati A e B della legge n. 232/2016, fino a un massimale di 1 milione di euro per impresa.
Sono ammessi gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, oppure consegnati entro il 30 giugno 2027, a condizione che entro la fine del 2026 sia stato versato un acconto di almeno il 20% e che l’ordine sia stato accettato dal fornitore.
Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24.
Dotazione finanziaria
Le risorse stanziate risultano estremamente contenute:
- 1,4 milioni di euro per il 2026;
- 700.000 euro per il 2027
per un totale di 2,1 milioni di euro nel biennio.
Un plafond di modesta entità, che limiterà la platea dei beneficiari: considerato il costo medio elevato dei macchinari agricoli 4.0, solo un numero ristretto di imprese potrà effettivamente accedere all’agevolazione.
Obblighi e certificazioni
Per poter usufruire del credito, le imprese dovranno:
– conservare la documentazione attestante gli investimenti (fatture, DDT, contratti), con riferimento espresso all’articolo della Legge di Bilancio;
– ottenere una certificazione contabile da parte di un revisore legale o di una società di revisione, che attesti l’effettivo sostenimento e la corretta imputazione delle spese.
Per le imprese non soggette a revisione legale, i costi per la certificazione – fino a 5.000 euro – saranno riconosciuti come maggiorazione del credito.
È inoltre previsto un decreto attuativo del MASAF, di concerto con il MIMIT e il MEF, da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, che definirà modalità operative e criteri di assegnazione.
Dal punto di vista documentale, le imprese beneficiarie dovranno mantenere tutta la documentazione relativa agli investimenti, pena la revoca del contributo.
L’efficacia complessiva della misura dipenderà in larga parte dal decreto attuativo, che dovrà garantire il rispetto del limite di spesa e definire i criteri di accesso, confermando la natura selettiva dell’intervento.
Cumulo e incompatibilità
Il credito non sarà cumulabile con il nuovo iperammortamento o con altri incentivi relativi alle stesse spese. Sarà tuttavia possibile combinarlo con altre misure nazionali o regionali, purché il sostegno complessivo non superi il costo effettivo dell’investimento.
La misura, attualmente inserita nella bozza della Legge di Bilancio 2026, potrà subire modifiche nel corso dell’iter parlamentare.
Seguiranno aggiornamenti in caso di nuove versioni del testo o chiarimenti ministeriali.







