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DAI MAGGIOR VALORE ALLA TUA AZIENDA – RENDILA SICURA CON IL MODELLO ORGANIZZATIVO

Dicembre 9, 2021
in Archivio, News
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Hai mai sentito parlare del modello 231?

Subito viene in mente un qualcosa dal sapore di burocrazia che in automatico porta con sé un gran quantitativo di ansia e sudorazione fredda. 

Nessuno lo neghi, la parola “modello” seguita da un numero, un qualsiasi numero, fa accapponare la pelle.

Qualcuno diceva che ‘la conoscenza limita la paura‘ 

perché il sapere dà risposte e concretizza le idee e le informazioni aleatorie e, allora, così sia: concretizziamo e conosciamo il modello 231.

Lo sapevi che nel caso di condanna penale dell’amministratore o dei responsabili aziendali per lesioni gravi o gravissime di un lavoratore per violazione delle norme antinfortunistiche la tua azienda viene condannata in sede penale a titolo di responsabilità amministrativa degli enti?

Pochi lo sanno ma l’articolo 5 del Decreto Legge 231/01 ha introdotto anche in Italia la responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato tutte le volte che i vertici aziendali, i responsabili apicali ovvero i loro dipendenti commettono uno dei c.d. reati presupposto individuati dalla legge.

Le conseguenze non sono di poco conto visto che l’azienda può subire sanzioni amministrative pecuniarie, che la società dovrà pagare direttamente, ovvero che incidono direttamente sul suo patrimonio come la confisca, oppure sanzioni che possono nuocere od influire sull’andamento economico della società quali quelle interdittive o la pubblicazione della sentenza di condanna o patteggiamento.

Ancora più gravi possono essere le conseguenze patrimoniali qualora il giudice penale ritenesse di disporre misure cautelari quali sequestro conservativo e preventivo per evitare che il protrarsi dell’attività possa aggravare le conseguenze del reato.

A tutto questo si aggiunge che il danneggiato, una volta accertata dal giudice la responsabilità amministrativa dell’ente, potrà ottenere il risarcimento dei danni direttamente dalla società.

A quali aziende si applica la responsabilità amministrativa degli enti?

A tutti gli enti forniti di personalità giuridica (società; cooperative; fondazioni) ed alle società ed associazioni anche prive di personalità giuridica.

Inoltre la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15657 del 2010 ha esteso l’ambito di applicazione alle imprese individuali sostenendo altrimenti il verificarsi di una “disparità di trattamento tra coloro che ricorrono a forme semplici di impresa e coloro che, per svolgere l’attività, ricorrono a strutture ben più complesse ed articolate”.

I reati “presupposto” per i quali è prevista la responsabilità amministrativa degli enti sono tanti e possono essere commessi dai tuoi dipendenti tutti i giorni; ad esempio:

  • indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato, di un ente pubblico o dell’unione europea o per il conseguimento di erogazioni pubbliche;…
  •  delitti informatici e trattamento illecito dei dati;
  • peculato, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione e abuso di ufficio;
  • vendita di sostanze alimentati non genuine come genuine;
  • vendita di prodotti industriali con segni mendaci;
  • contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti;
  • false comunicazioni sociali;
  • illegale ripartizione degli utili e delle riserve;
  • abuso di informazioni privilegiate;
  • lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro;
  • riciclaggio;
  • impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;
  • delitti in materia di violazione del diritto d’autore;
  • abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE;
  • riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati; estrazione o reimpiego della banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati;
  • Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell’ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi…..
  • Rati ambientali;
  • Delitti colposi contro l’ambiente;
  • Uccisione, distruzione, deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto;
  • Scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose;
  • Attività di gestione dei rifiuti non autorizzata;
  • Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari;
  • Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare;
  • Reati tributari
  • Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
  • Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti;
  • Occultamento o distruzione di documenti contabili;
  • Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte;
  • Dichiarazione infedele;
  • Omessa dichiarazione;
  • Indebita compensazione;
  • Etc…

Se non è possibile controllare l’operato dei tuoi dipendenti puoi preservare la tua azienda dalla responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato predisponendo un MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

Il decreto legislativo 231/2001 prevede che gli enti possono sottrarsi alla responsabilità amministrativa quando si adoperano per la prevenzione degli illeciti penali mediante l’adozione di un modello di organizzazione e gestione per la prevenzione di tali reati.

Fonte De Massis


Il modello 231 viene adottato per permettere alle imprese di essere dispensate dai reati imputati ai singoli dipendenti e, mediante la sua compilazione, la società che lo sottoscrive può chiedere legittimamente l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati menzionati nella norma.

Il modello 231 è un modello di organizzazione e gestione, non parliamo di un modello obbligatorio ma della possibilità per le imprese di ridurre il rischio di essere chiamate a rispondere per uno dei reati sanzionati dal decreto 231.

Tutte le aziende esposte al rischio di contestazione delle violazioni citate nella norma possono sottoscrivere il modello 231, anche le piccole e medie imprese, non ci sono limiti a riguardo.

ECCO PERCHE’ ESSERE AL FIANCO DEGLI IMPRENDITORI

SIGNIFICA non solo aiutarli nello sviluppo della loro attività,

facendogli recuperare fondi e liquidità

  SIGNIFICA anche metterli al riparo da ogni rischio.

La RAMSES CONSULTING con PREVENZIONE 231 si occupa dell’implementazione di modelli di governance – così come previsto decreto legislativo 231/2001 che disciplina la responsabilità amministrativa delle società
in caso di commissione di reati di varia natura.

Una garanzia fondamentale per poter guardare al futuro e dimostrare un impegno concreto in tema di etica e legalità.


IL MODELLO 231 È OBBLIGATORIO?

LA DISCIPLINA IN MATERIA DI RESPONSABILITÀ DELLE PERSONE GIURIDICHE, DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI NON PREVEDE ALCUNA OBBLIGATORIETÀ DEL MODELLO 231.

Parliamo infatti di un modello di organizzazione e gestione, che permette alle imprese di ridurre il rischio di essere chiamate a rispondere per uno dei reati sanzionati dal Decreto 231.

Dunque, tutte le aziende esposte al rischio di contestazione delle violazioni citate nella norma possono sottoscrivere questo modello, anche le piccole e medie imprese.

Alcune legislazioni regionali lo prevedono come requisito preliminare per ottenere l’accreditamento in settori specifici.


Un Modello Organizzativo è in grado di apportare:

• Riduzione delle conseguenze per l’ente rispetto alla commissione del reato 

• Maggiore forza nel “rating della legalità” per l’accesso a finanziamenti pubblici e al credito bancario 

• Possibilità maggiori di lavorare con società a partecipazione pubblica che spesso richiedono ai propri partner commerciali di implementare un Modello Organizzativo 231.

Oltre a questi evidenti vantaggi diretti, l’adozione di un modello 231 è uno strumento fondamentale per il miglioramento continuo, apportando: 

• Maggiore chiarezza organizzativa di ruoli e responsabilità 

• Maggiore trasparenza nella gestione aziendale 

• Migliore diffusione di valori e cultura aziendale 

• Migliore cultura dei rischi e dei controlli sulle operazioni di business e di supporto in azienda 

• Agevolazione del rispetto di normative correlate al D. Lgs 231 come la salute e la sicurezza sul lavoro e la sicurezza ambientale 

• Miglioramento dell’immagine aziendale, delle comunicazioni sociali e dei rapporti con i vari stakeholders. 


La commissione di un reato da parte di un dipendente può infatti provocare danni incalcolabili, che vanno da sanzioni pecuniarie a provvedimenti interdittivi. Conseguenze che possono mettere a repentaglio la solidità di qualsiasi impresa, anche se importante e strutturata.

Ecco perché con Prevenzione 231 supportiamo le aziende nell’implementazione di modelli di organizzazione e gestione. Adottare un Mog 231 non significa solo mettersi al riparo dai rischi, ma anche ottenere innumerevoli vantaggi.

Significa entrare a far parte di un club di aziende etiche, che vogliono prevenire la commissione di reati, colmare le inefficienze e organizzare la propria governance secondo le disposizioni di legge.


COSA SIGNIFICA ATTUARE EFFICACEMENTE UN MODELLO 231

Non esiste un modello generico che vada bene per ogni tipo di azienda: ogni modello viene stilato in base alle caratteristiche proprie di ogni azienda, in base alle attività che svolge, ai processi produttivi e agli interlocutori con cui interagisce.

Generalmente, il Modello organizzativo di gestione e controllo consiste in un insieme di vari elementi che compongono un vero e proprio sistema di gestione preventiva dei rischi. Alcuni elementi sono:

  • disposizioni organizzative;
  • procedure;
  • modulistica;
  • codici comportamentali;
  • software;
  • commissioni.

Affinché un Modello organizzativo sia elaborato, adottato ed aggiornato efficacemente, una organizzazione deve:

  • effettuare la valutazione del rischio – per individuare, analizzare, misurare e trattare il rischio di commissione di illeciti nelle diverse aree di attività aziendale;
  • implementare delle procedure specifiche – per gestire il rischio, prevenendo la messa in atto di condotte illecite nelle aree in cui il rischio di reato è più elevato;
  • definire la struttura gestionale per la prevenzione dei reati – ovvero i principi etici, le risorse, le responsabilità e i flussi di informazione, che consentono di applicare e aggiornare le procedure di prevenzione e di rilevare, nel tempo, l’emergenza di nuove aree di rischio.

Dopo aver redatto il modello vero e proprio, sarà necessaria la sua diffusione.


I VANTAGGI DEL MOG 231

PERCHE’ E’ IMPORTANTE

Lo sviluppo del modello non è obbligatorio, ma i vantaggi sono evidenti:

  • Esimente alle sanzioni previste dal Dlgs 231/2001 e risparmio delle eventuali spese legali derivanti dal processo;
  • Nuove occasioni di business (alcuni enti pubblici e aziende pretendono che i propri fornitori siano dotati di modelli 231);
  • Maggior controllo/consapevolezza sui processi interni al rischio reato.

Un’azienda che implementa il Modello 231 è quindi lungimirante e si mette al riparo dalle sanzioni amministrative e interdittive che derivano dai reati individuati nella legge 231/2001. Si tratta quindi di una procedura che impatta in maniera certamente positiva sulla vita dell’impresa. Non esiste un Modello 231 standard, ma deve essere sviluppato in base alle dimensioni, alla complessità e al livello di rischio dell’azienda.

Chi adotta il modello e poi lo attua in maniera efficace può beneficiare dell’esimente prevista dalla normativa e dunque accedere a tutti i vantaggi connessi, liberando l’ente dalla responsabilità amministrativa del reato prevista dal d.lgs. 231 del 2001. Il modello non è obbligatorio e non è prevista alcuna sanzione in caso di mancata adozione. Ma è l’unico strumento che consente alle aziende di beneficiare dell’esimente.


COSA E’ E A COSA SERVE IL MODELLO ORGANIZZATIVO 231

Il Decreto Legislativo 231 dell’8/06/2001, noto anche come Modello 231, è uno strumento legislativo grazie al quale viene introdotta, per la prima volta nel nostro Paese, la responsabilità penale per alcuni reati commessi da persone giuridiche oppure da persone fisiche che hanno una relazione diretta con un ente collettivo, con lo scopo di procurare un diretto vantaggio o, comunque, di agire nell’interesse del medesimo ente.

Il Modello 231 è un modello di organizzazione e gestione, non è obbligatorio e può essere compilato da tutti, senza limiti di dimensione (non importa che si tratti di grandi, piccole o medie imprese). Viene adottato per permettere alle imprese di essere dispensate dai reati imputati ai singoli dipendenti e, mediante la sua compilazione, la società che lo sottoscrive può chiedere legittimamente l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati menzionati nella norma. L’elenco dei reati che possono originare la responsabilità è estremamente ampio.
Senza tutele adeguate, si corrono rischi altissimi.
Per mettersi al riparo la soluzione è quella di adottare un modello di governance.

La compilazione di un Modello 231 permette l’applicazione di un sistema di controllo completo ed efficace all’interno della Società, con lo scopo di evitare che si verifichino condotte che rientrano nelle fattispecie di reato descritte dal decreto e, più in generale, di tutelare la medesima Società nell’ipotesi in cui tali comportamenti dovessero verificarsi.

La Società dovrà quindi seguire i seguenti passi per non incorrere in sanzioni:

  • adottare in modo efficace dei modelli di organizzazione di tipo 231, conformi al d.lgs. 231/2001;
  • controllare che tali modelli siano applicati in modo rigoroso. Questo compito viene affidato ad un organismo autonomo detto Organismo di Vigilanza.

Il Modello 231 va aggiornato frequentemente in modo che possa risultare sempre valido al fine di evitare che l’impresa incorra in sanzioni pecuniarie oppure interdittive, tutelandosi così anche nel caso in cui i propri dipendenti non dovessero rispettarlo.  

Ma l’unico strumento che garantisce uno scudo

in caso di commissione di reati

– anche negli ambiti disciplinati dalle stesse certificazioni,

come ad esempio una certificazione ambientale –

è il modello 231.

Nessuna certificazione metterà al riparo le aziende dal rischio di incorrere in sanzioni penali, pecuniarie e/o interdittive.


La 231 ha cambiato gli scenari giudiziali per le società 

Come anticipato è bene ricordare che prima della 231 le Società non potevano delinquere: di un fatto compiuto in ambito societario (si pensi anche al falso in bilancio), era sempre e solo ritenuto responsabile l’amministratore. Ora (dal 2001), anche la Società è chiamata a processo.


Esempio (tra i fatti più ricorrenti ed immediati).
Infortunio sul lavoro: il datore ne è personalmente coinvolto (ex D.Lgs 81/08), ma se nel corso dell’indagine emerge che il fatto si è compiuto perché il modello organizzativo 231 è inefficace e inefficiente, piuttosto che assente, e l’Ente ne trae un beneficio (pensiamo al risparmio economico dai costi dei presidi di sicurezza, piuttosto che sui cicli produttivi per non rispettare certe procedure), ebbene in quel caso alla sbarra sarà chiamata anche la Società.


La responsabilità, anche se definita amministrativa, per il tipo di sanzione inflitta all’ente, è penale a tutti gli effetti, infatti è rimesso al giudice penale l’accertamento del reato e sono estese all’ente le garanzie proprie del processo penale. Se si coglie e condivide questo rischio potenziale, e l’importanza di quanto sotteso alla definizione, vale la pena andare oltre.

Dall’introduzione del decreto, invece, se un soggetto commette un reato tra quelli previsti dalla normativa e c’è un vantaggio o un interesse per la società, quest’ultima può essere chiamata a risponderne per responsabilità amministrativa, andando incontro a sanzioni penali, pecuniarie e/o interdittive molto importanti.

LO SAPEVI CHE 

Se un imprenditore incarica un consulente tecnico per fare un ampiamento del suo stabilimento e questo a sua insaputa elargisce una tangente a pubblico amministratore per ottenere la concessione, oggi la responsabilità penale non ricade solo sul consulente, come avveniva prima del 2001, ma anche sull’azienda. Le conseguenze possono essere molto pesanti.

SANZIONI INTERDITTIVE

– Revoca licenze
– Revoca finanziamenti
– Pubblicazioni sentenze

La responsabilità amministrativa e le sanzioni

La responsabilità amministrativa dell’ente prevista dal decreto prevede che vengano applicate delle sanzioni, sia pecuniarie che interdittive (ad es. sospensione o revoca delle autorizzazioni, divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, esclusione da contributi, etc. – divieto di farsi pubblicità).
I soggetti direttamente coinvolti sono quelli di cui all’art. 5, vale a dire tutti coloro che nell’Ente rivestono una posizione apicale:

il legale rappresentante,

l’amministratore (unico o delegato),

il direttore generale,

l’amministratore di fatto,

e quei soggetti sottoposti alla loro direzione e vigilanza.

I reati connessi alla 231

L’elenco dei reati presupposto della responsabilità dell’ente è piuttosto esteso. Ci limitiamo ad un richiamo per macro aree.

  • Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione
  • Delitti informatici e trattamento illecito dei dati
  • Reati societari
  • Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro
  • Reati di falso nummario. Contraffazione ed alterazione di marchi e brevetti e l’alterazione di segni distintivi contraffatti nello stato. Delitti contro l’industria e il commercio
  • Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali
  • Delitti contro la personalità individuale
  • Reati di abuso di mercato
  • Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio
  • Violazioni del diritto d’autore
  • Reati transnazionali
  • Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili
  • Delitti di criminalità organizzata
  • Reati ambientali
  • Impiego di cittadini terzi il cui soggiorno è irregolare.

A cui si sono più recentemente aggiunti:

  • Corruzione ed istigazione alla corruzione tra privati
  • Razzismo e xenofobia.

Com’è fatto un modello 231?

Questo modello organizzativo di gestione e controllo consiste in un insieme di vari elementi che compongono un vero e proprio sistema di gestione preventiva di rischi, ecco alcuni di questi elementi:

  • disposizioni organizzative
  • procedure
  • modulistica
  • codici comportamentali
  • software
  • commissioni

Non esiste un modello generico che vada bene per ogni tipo di azienda ma , ogni modello organizzativo, viene stilato in base alle caratteristiche proprie di ogni azienda, in base alle attività che svolge, ai processi produttivi e agli interlocutori con cui interagisce.

I RISCHI PER LE AZIENDE CHE NON SI TUTELANO 

L’azienda può incorrere nella confisca del profitto del reato e in sanzioni pecuniarie che arrivano fino al milione e mezzo di euro, applicabili anche in via cautelare.

A queste vengono accompagnate sanzioni interdittive all’esercizio dell’attività, con l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi, il divieto di contrattare con laPubblica amministrazione, la sospensione o la revoca di licenze o concessioni.

MODELLO 231 COSTI E VANTAGGI  

È inevitabile che quando si va a mettere mano all’organizzazione di una Società ci siano dei costi da affrontare o prevedere. Ma piuttosto che pensare ai costi, sarebbe più giusto pensare al Modello 231 come una sorta di investimento a lungo termine, tenendo sempre a mente i vantaggi che ne possono derivare. I costi di realizzazione non saranno superiori a quanto si rischierebbe di pagare se l’impresa dovesse essere sanzionata, aggiungendo poi tutte le spese procedurali. Il fine ultimo del Modello 231 è infatti proprio evitare che la Società incorra in eventuali sanzioni penali, tutelandone così anche l’immagine pubblica.

Tutela le imprese dai rischi di reato, è riconosciuto dalle Prefetture quale strumento di prevenzione dalle infiltrazioni di criminalità organizzata e consente di ottenere un punteggio più alto nella procedura per il Rating di legalità.

Inoltre, l’implementazione del modello consente una riduzione del Premio Inail assicurativo e di ottenere sconti sulle fideiussioni per la partecipazione agli appalti pubblici
L’applicazione di un siffatto modello organizzativo consenta sia di tenere sotto controllo i rischi societari, sia di implementare le risorse dell’impresa migliorandone l’assetto.

Il Modello 231 non è obbligatorio, ma i rischi per chi non lo compila sono altissimi. Per questo è cosa buona e giusta affidarsi ai consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo

Perché quindi adottare il modello organizzativo 231 in azienda

Resta per ultimo questo aspetto, non perché di minor importanza, ma perché a questo punto la risposta è evidente:

  • Migliore organizzazione.
  • Controllo del rischio.
  • Controllo e implementazione delle risorse.
  • Presidio di sicurezza e legalità.
  • Rating di legalità.

Forse non si incide immediatamente sull’efficienza, ma ciò che si perde all’inizio poi si recupera sull’organizzazione e sulla sua assoluzione.

Modello 231: le caratteristiche

Ogni Modello 231 si compone di due parti aventi caratteristiche specifiche:

  • una parte generale che va a descrivere le caratteristiche dell’ente cui fa riferimento fornendo una visione d’insieme delle sue principali attività e competenze;
  • una parte speciale che descrive le fattispecie di reati caso-specifiche per l’impresa e fa una mappatura della percentuale di rischio con cui questi possano essere commessi.

A questo si aggiunge l’elenco delle regole comportamentali che vanno a costituire il Codice Etico ed il Sistema Disciplinare dell’ente. All’interno di questo meccanismo opera l’Organismo di Vigilanza per tutelare la Società dall’ipotesi di responsabilità amministrativa.
Possiamo pensare al modello 231 non come ad uno protocollo statico e immobile ma, piuttosto, come uno strumento dinamico ed in continua evoluzione. Esso diventa un mezzo di tutela imprescindibile per ogni organizzazione più o meno complessa. Il modello deve inoltre prevedere dei canali che consentano la segnalazione di illeciti e l’applicazione di sanzioni verso chi viola dette norme.

Come si costruisce un Modello 231

Per costruire un Modello 231 ad hoc per una società, bisogna partire da un’attenta analisi della realtà aziendale cui esso andrà applicato per poter fronteggiare tutte le esigenze specifiche di un determinato contesto lavorativo.
Per fare ciò bisogno capire in quali reati si potrebbe incorrere, quindi determinare qual è la reale esposizione della società tramite la cosiddetta “mappatura delle aree sensibili“. Lo strumento che ci permette di determinare quali sono questi presupposti è l’intervista. I soggetti chiave dell’organigramma societario vengono così interpellati con l’obiettivo di individuare tutte le attività a rischio. Una volta fatto questo, si predispongono delle verifiche per implementare le zone ancora non coperte da uno schema procedurale corretto.
In base al d.lgs. 231/2001 è necessario predisporre un Organismo di Vigilanza che effettui tutti i controlli sopra detti, che valuti l’efficacia del modello con il compito di segnalare eventuali punti deboli e proponendo, di conseguenza, correzioni mirate.

Come si realizza un modello organizzativo 231

L’effettiva realizzazione del modello 231 prevede 5 distinte fasi:

  • mappatura delle aree a rischio di reato
  • valutazione del sistema di controllo interno
  • analisi comparativa e piani di miglioramento
  • redazione del modello vero e proprio
  • formazione e diffusione.

1 – Mappatura delle aree a rischio di reato

In questa prima fase bisogna individuare le possibili modalità di attuazione degli illeciti. L’analisi dei rischi dev’essere rigorosamente svolta con una visione prettamente aziendale con la valutazione dei seguenti punti:

  • quali sono le attività a rischio di reato
  • quali sono le modalità di possibili commissioni di reato
  • la gravità/intensità del rischio e le misure di prevenzione in atto.

E’ fondamentale definire con molta attenzione la mappa dei processi aziendali e delle relative attività.

2 – Valutazione del sistema di controllo interno

Questa seconda fase prevede la valutazione del sistema di controllo presente in azienda e, nello specifico:

  • poteri di firma e autorizzativi
  • regole comportamentali in vigore
  • tracciabilità delle operazioni svolte in azienda
  • separazione delle varie funzioni aziendali.

3 – Analisi comparativa e piani di miglioramento

Questa è una sorta di fase “fulcro” in cui si cominciano a tirare le somme e a organizzare nel vero senso della parola. Si confrontano i controlli esistenti in merito alle attività considerate maggiormente rischiose e gli eventuali standard richiesti per tenere sotto controllo questo rischio.

4 – Redazione del modello

Dopo tutte le valutazioni arriva il momento di creare il modello effettivo che, solitamente, è suddiviso in 3 parti:

  • parte generale: codice etico, regolamento dell’Organismo di Vigilanza, sistema disciplinare
  • parte speciale: per ogni tipo di reato sono indicate la sintesi del reato e le modalità di commissione, le funzioni ei processi aziendali coinvolti, la procedura per la formazione e l’applicazione delle decisioni
  • documenti da allegare al modello.

5 – Formazione e diffusione

A questo punto, a modello compilato, è il momento di rendere partecipe l’intera azienda in merito al modello di organizzazione, gestione e controllo realizzato.

Cos’è l’Organo di Vigilanza

L’organo di vigilanza rappresenta il cuore del modello 231, può essere collegiale o monocratico con componenti interni e/o esterni.

Nelle piccole aziende il decreto 231/2001 prevede che possa coincidere con l’organo amministrativo. Questo Organo è responsabile di: proporre adattamenti e aggiornamenti del modello organizzativo vigilare e controllare l’osservanza e l’attuazione del Modello da parte dei destinatari gestire le informazioni ricevute in merito al modello gestire e tenere sotto controllo le iniziative di formazione e informazione per la diffusione della conoscenza ma, soprattutto, della comprensione del modello stesso Organismo di Vigilanza In attuazione di quanto previsto dal Decreto e in coerenza con le norme statutarie, il Consiglio di Amministrazione della Società o Amministratore Unico nomina l’Organismo di Vigilanza al quale è affidato il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello, nonché di curarne l’aggiornamento.
In considerazione delle disposizioni di cui al Decreto 231/2001, il Consiglio di Amministrazione di do Value ha affidato il ruolo di OdV delle Società Italiane del Gruppo ai membri dei rispettivi Collegi Sindacali.
L’OdV, che opera senza soluzione di continuità, supervisiona sul funzionamento e sull’osservanza dei Modelli 231, monitora e valuta lo stato di implementazione delle misure di prevenzione ed al fine di garantire la sua piena autonomia e indipendenza nello svolgimento delle proprie funzioni, relaziona direttamente al Consiglio di Amministrazione della Società o Amministratore Unico. I compiti di controllo sono svolti dai competenti Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 incaricati di controllare l’attuazione del Codice. Chiunque venga a conoscenza di violazioni o situazioni potenzialmente non conformi, può informare l’OdV della Società secondo le modalità descritte nel documento stesso.
La gestione delle segnalazioni avverrà nel rispetto della procedura di Whistleblowing. La Società e l’OdV agiscono in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione o comportamenti discriminatori, diretti o indiretti, per motivi collegati, direttamente o indirettamente, alla segnalazione.

Perché decidere di adottare un modello 231?

Questo modello organizzativo ha l’effetto di distinguere le varie responsabilità dei singoli da quelle dell’ente e, sopra ogni cosa, attribuire a ciascun individuo o funzione la propria responsabilità differenziandola nettamente da quella degli altri e da quella dell’ente mediante l’attribuzione di compiti ben precisi.

Conclusioni

La disciplina in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche è finalizzata a contrastare la commissione di reati tramite la politica d’impresa approfittando della irresponsabilità penale delle persone giuridiche. Affinché un’azienda possa adeguatamente tutelarsi contro tale tipo di responsabilità deve necessariamente adottare un adeguato modello di organizzazione e gestione nonché assicurare un’efficiente vigilanza sul rispetto e sulla corretta attuazione dello stesso. Ciò si rende assolutamente necessario proprio in considerazione della presunzione di responsabilità dell’ente che comporta a suo carico l’onere della prova dell’elusione fraudolenta del MOG e della vigilanza adeguata.


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