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PNRR: cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Maggio 8, 2023
in Archivio, BANDI SPECIALI
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Gli investimenti del PNRR per le imprese

La spiegazione semplice e chiara del PNRR con guida da scaricare e approfondimenti utili

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il programma elaborato dal Governo italiano che spiega come il nostro paese intende investire i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del Next generation Eu per favorire la ripresa nel post pandemia da Covid-19.

Il PNRR dell’Italia proposto dall’ex premier Mario Draghi è stato approvato dalla Commissione Europea nell’estate del 2021 e il 13 luglio dello stesso anno è arrivato il via libera definitivo dal Consiglio dell’UE.

L’Italia riceverà fondi per un totale di 191,5 miliardi di cui 68,9 miliardi come sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro in prestiti. La prima tranche di 24,9 miliardi è già arrivata nel mese di agosto.

L’IMPORTANZA DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Il PNRR non è soltanto un piano per la ripresa ma un’occasione unica per risollevare l’economia italiana dopo la pandemia da coronavirus, creare posti di lavoro, aiutare famiglie e imprese. I fondi della Next Generation EU (NGEU) rappresentano il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato in Europa. La pioggia di denaro che investirà l’Italia potrà essere utilizzata per rendere il nostro paese più ecologico, più digitale e più resiliente.

COME E’ STRUTTURATO IL PNRR

Il PNRR è stato realizzato seguendo le linee guida emanate dalla Commissione Europea e si articola in 6 missioni e 16 componenti. Le sei missioni sono:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. Istruzione e ricerca;
  5. Coesione e inclusione;
  6. Salute.

Con il PNRR sono previsti grandi interventi per la digitalizzazione della PA, l’estensione della banda ultra larga e l’introduzione di connessioni veloci in tutto il paese. Aiuti per il settore culturale e turistico. Interventi per migliorare la sostenibilità ambientale, promozione di fondi di energia rinnovabili, incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica degli edifici. Finanziamenti per creare un’infrastruttura di trasporto moderna, con sviluppo dell’alta velocità e modernizzazione delle linee ferroviarie regionali. Aiuti economici per rafforzare il sistema educativo, la ricerca, l’istruzione, il trasferimento tecnologico e per potenziare gli asili nido, scuole di ogni ordine e grado fino alle università.

Il Piano è fortemente orientato al sostegno all’occupazione di giovani e donne, per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro e favorire l’inclusione di genere. Sono previsti anche interventi per aiutare disabili e persone fragili. Da ultimo vi è il pilastro della salute pubblica, con azioni volte a favorire l’assistenza domiciliare e potenziare le strutture sul territorio per creare un sistema di prossimità e le “case della comunità”.

PNRR E RECOVERY PLAN

PNRR e Recovery plan spesso vengono usati come sinonimi ma in realtà il PNRR è solo una parte del Recovery Plan. Infatti il PNRR è coperto dai fondi del NexGenerationEU per 191,5 miliardi, se a questi si sommano le risorse di altri fondi europei (47,5 miliardi del REACT-EU) e 30,6 miliardi del Fondo complementare nazionale, si ottiene l’intero Recovery Plan.

10 SEMPLICI GUIDE PER COMPRENDERE IL PNRR

Cos’è il Piano nazionale di ripresa e resilienza? Quali riforme dovrà approvare l’Italia nei prossimi 5 anni? Come cambierà la Pubblica amministrazione? Quali opportunità ci saranno per famiglie, imprese e Comuni?

Tutto quello che bisogna sapere sul PNRR è stato illustrato e spiegato con un linguaggio chiaro e immediato nelle 10 guide “L’Italia riparte-Il Pnrr in sintesi”. L’iniziativa è realizzata da Formez Pa, d’intesa con il Ministro per la Pubblica amministrazione e il Dipartimento della Funzione pubblica, per rispondere alle domande più frequenti che si pongono i cittadini.

Le 10 guide non spiegano solo cos’è il PNRR ma descrivono in modo semplice le principali novità che verranno introdotte suddivise per settori e destinatari. Vengono realizzati approfondimenti su Pubblica Amministrazione, sugli aiuti per il Sud, gli interventi per la ricerca, la governance e la dotazione finanziaria. Di seguito rendiamo scaricabili le 10 guide.

Il PNRR in sintesi.

Il PNRR – La riforma della PA.

Il PNRR per i Comuni.

Il PNRR per le imprese.

Il PNRR per le famiglie.

Il PNRR per le Pubbliche amministrazioni.

Il PNRR per la ricerca e l’innovazione.

Il PNRR per il Mezzogiorno.

Il PNRR – Governance, attuazione, impatto.

Le 16 componenti del PNRR – dotazione finanziaria.

TESTO PNRR, SINTESI, APPROFONDIMENTI

Per chi volesse approfondire ulteriormente le tematiche legate a cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mettiamo a disposizione:

  • il testo del PNRR (Pdf 34Kb) elaborato dal Governo Italiano;
  • il dossier (Pdf 5Mb) dei Servizi studi di Camera e Senato;
  • l’approfondimento sul portale della Camera dei Deputati;
  • il dossier (Pdf 1,55Mb) predisposto dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea per un quadro della valutazione dei Piani presentati dagli altri Paesi europei.

Schede di approfondimento

In questa sezione sono pubblicate schede di lettura, materiali di approfondimento, dossier e sintesi ragionate, elaborate dal team di Linea Amica Digitale, su tutti i temi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

GOVERNANCE DEL PNRR

MISSIONE 1

MISSIONE 2

MISSIONE 3

MISSIONE 4

MISSIONE 5

MISSIONE 6


Un Piano di tutti, per tutti.

Scarica il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
trasmesso alla Commissione Europea 

Download


I nodi strutturali del PNRR

Tre sono i focus strategici del piano:

  • digitalizzazione e innovazione: questo aspetto riguarda i processi, i prodotti, i servizi e caratterizza ogni riforma del Piano, in considerazione che l’Italia è un paese in forte ritardo in questo campo; il recupero di questo gap deve portare a rendere le imprese italiane molto più competitive sui mercati, a sviluppare strategie di diversificazione della  PRODUZIONE e stimolare la capacità di sapersi adattare in tempi brevi ai continui cambiamenti dei mercati;
  • transizione ecologica: tra gli obiettivi principali di questo punto è sicuramente la riduzione degli inquinanti, il dissesto territoriale, l’impatto delle produzioni sull’ambiente, il miglioramento della qualità di vita e la sicurezza ambientale; l’intento è avere un Paese con un’economia sempre più sostenibile per le generazioni future; questo focus si intreccia con il primo perché mira al miglioramento della competitività del sistema produttivo, allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali e, di conseguenza, all’aumento dell’occupazione;
  • inclusione sociale: in questo obiettivo rientrano la parità di genere, la valorizzazione dei giovani come risorsa di sviluppo, il superamento delle differenze nel territorio italiano (tipicamente nord/sud).

Dal Next Generation EU al Piano PNRR

A seguito della pandemia, l’UE ha voluto stanziare dei fondi per risanare le economie degli Stati membri, duramente provate dall’evento epidemiologico. È così che a luglio 2020 il Consiglio Europeo ha approvato un programma di riforme e investimenti denominato Next Generation EU (NGEU), con uno stanziamento pari a 750 miliardi di euro. Il programma europeo prevede che i vari Paesi predispongano un loro Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (ovvero un PNRR – Recovery and Resilience Plan), con riforme e investimenti coerenti con il NGEU.

L’Italia ha presentato il suo PNRR a maggio 2021 per l’approvazione della Commissione Europea con i due principali strumenti del Next Generation UE: l’RRF (Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza) e il React-EU (Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa). A questo proposito il primo strumento, RRF, prevede 191,5 miliardi di euro impiegabili nel periodo 2021-2026, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. Il Governo italiano ha approvato il PNRR il 13 luglio 2021, recependo la proposta che la Commissione europea ha elaborato dopo aver visionato il Piano datato maggio 2021.

La struttura del PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è costituito da 6 Missioni articolate a loro volta in totale 16 Componenti. Quest’ultime a loro volta si dividono in 48 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. Le Missioni sono delle macro-aree riguardanti ciascuna un tema principale, in piena coerenza con gli obiettivi posti dal NGEU. Il Governo italiano ha stanziato dei fondi per ognuna di queste aree, per un totale di 191,5 miliardi di euro.

Stanziamento fondi per Missione nel PNRR italiano – Fonte immagine: PNRR Governo.it

Per ogni Missione. il PNRR ha individuato le riforme da attuare e gli interventi necessari per perseguire gli obiettivi.

Missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Missioni del PNRR con i macro interventi

Gli investimenti del PNRR per le imprese

Molte risorse del PNRR sono destinate alle imprese. Vediamo di seguito le più importanti.

DENOMINAZIONE INTERVENTOINVESTIMENTI PREVISTI
Missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione  TRANSIZIONE 4.0È un piano di investimenti in regime di  CREDITO D’IMPOSTA e si incentra in tre agevolazioni fondamentali:

.  CREDITO D’IMPOSTA per investimenti in BENI STRUMENTALI  


– Credito d’imposta per investimenti in  RICERCA SVILUPPO INNOVAZIONE  E  DESIGN   
– Credito d’imposta per investimenti in  FORMAZIONE  4.0
Missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione Investimenti ad alto contenuto tecnologicoSono previsti contributi per investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni ad alta tecnologica; è una misura complementare al Piano Transizione 4.0. L’importo dei contributi è pari al 40% dell’ammontare complessivo delle spese ammesse.
Missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione Investimenti in politiche industriali di filiera e internazionalizzazioneSono previsti i seguenti interventi:
1. Sostegno dell’internazionalizzazione delle PMI italiane che lavorano con l’estero: si tratta di ulteriori fondi destinati al Fondo 394/81, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri, inclusi i Paesi membri dell’Unione Europea.
2. Sostegno alle filiere produttive: si tratta di un aiuto finanziario alle imprese (sia contributi, sia prestiti agevolati) tramite i Contratti di Sviluppo, operativi già dal 2012. L’obiettivo di questo strumento è il finanziamento di strategie, innovazioni e progetti di filiera, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno. Le risorse destinate daranno la possibilità di avviare circa 40 contratti di sviluppo.
3. Riforma 1: è prevista la riforma del sistema della proprietà industriale, per salvaguardare sempre più il Made in Italy; si tratta di implementare una strategia pluriennale con l’obiettivo di sviluppare il valore all’innovazione e incentivare l’investimento nel futuro. La riforma dovrà essere elaborata dopo un processo di consultazione pubblica.
Missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione Investimenti per strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturaleIncentivi per la digitalizzazione dei musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura. È prevista la creazione di un’infrastruttura digitale nazionale che raccolga, integri e conservi le risorse digitali, al fine di favorire la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate. Viene poi dato sostegno alla creazione di nuovi contenuti culturali e lo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative, con l’obiettivo finale di stimolare un’economia basata sulla circolazione della conoscenza.
Missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione Turismo 4.0Investimenti per migliorare le strutture turistico-ricettive e i servizi turistici, sviluppando la competitività delle imprese e promuovendo un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Tra gli interventi degni di nota:
Credito fiscale (530 milioni): investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale (fonti rinnovabili a minor consumo energetico), alla riqualificazione e all’aumento degli standard qualitativi delle strutture ricettive italiane.
Fondo di Fondi BEI (Banca Europea degli Investimenti) (Turismo Sostenibile 748 milioni): è un fondo ad effetto leva 1:3 in grado di generare più di due miliardi di investimenti in diverse aree (ad esempio turismo di montagna). Il Fondo può raccogliere capitale anche tramite la partecipazione ad iniziative delle istituzioni finanziarie europee per concedere crediti agevolati al settore turistico.
Potenziamento del Fondo Nazionale del Turismo (150 milioni): per la riqualificazione di immobili ad alto potenziale turistico (in particolare degli alberghi più famosi) per poter dare valore all’identità dell’ospitalità italiana di eccellenza e promuovere l’ingresso di nuovi capitali privati.
Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia (358 milioni): per facilitare l’accesso al credito per gli imprenditori che gestiscono un’impresa esistente o per i giovani che intendono avviare una propria attività.
Missione 2 – Rivoluzione verde e Transizione ecologicaSono previsti investimenti pari a 68,6 miliardi con l’obiettivo di di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Nello specifico gli ambiti sono:
Economia circolare, gestione dei rifiuti e agricoltura sostenibile: potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo dei materiali per migliorare l’economia circolare e la gestione dei rifiuti in tutto il Paese. Sviluppare una filiera agricola/
alimentare smart e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale in una delle eccellenze italiane, tramite supply chain“verdi”.
Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile: sviluppare una leadership internazionale industriale e di conoscenza nelle principali filiere della transizione, promuovendo lo sviluppo in Italia di supply chain competitive nei settori a maggior crescita, che consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e rafforzando la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative (fotovoltaico, idrolizzatori, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico, mezzi di trasporto).
Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: rafforzare l’efficientamento energetico incrementando il livello di efficienza degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni in un Paese come il nostro, che soffre di un parco edifici con oltre il 60 per cento dello stock superiore a 45 anni, sia negli edifici pubblici (es. scuole, cittadelle giudiziarie), sia negli edifici privati, come già avviato dall’attuale
misura “Superbonus”.
Tutela del territorio e della risorsa idrica: azioni per rendere il Paese più resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici, proteggere la natura e le biodiversità, e garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema idrico.
Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibileSi prevedono investimenti pari a 31,5 miliardi. L’obiettivo primario è lo sviluppo di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese. Nello specifico gli ambiti sono:
Investimenti sulla rete ferroviaria: completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità, all’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e alla messa in sicurezza dell’intera rete ferroviaria.
Intermodalità e logistica integrata: prevede interventi a supporto
dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica. Verranno inoltre realizzati investimenti per la Sicurezza stradale 4.0, al fine di migliorare la sicurezza e la resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, utilizzando le soluzioni fornite dall’innovazione tecnologica e in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici; saranno finanziati interventi per lo sviluppo del sistema portuale per il miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con una particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti; si realizzeranno infine ulteriori interventi di rafforzamento del Servizio ferroviario regionale
Missione 4 – Istruzione e Ricerca Finanziamento di start-upSi prevede di integrare le risorse del Fondo Nazionale per l’Innovazione (gestito da Cassa Depositi e Prestiti a sostegno dello sviluppo del Venture Capital in Italia). L’iniziativa, implementata dal MISE, ha come obiettivo l’aumento del numero di imprese innovative beneficiarie del Fondo, al fine di finanziare  investimenti privati con impatti positivi e valore aggiunto sia nel campo della ricerca sia sull’economia nazionale. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 mln di euro).
Missione 5 – Inclusione e Coesione Creazione di imprese femminiliL’intervento ha lo scopo di:
– sostenere l’imprenditoria femminile;
– stimolare la realizzazione di progetti aziendali innovativi per imprese a conduzione femminile già costituite;
– stimolare l’avvio di imprese femminili tramite la definizione di un’offerta in grado di venire incontro alle necessità delle donne in modo più puntuale (mentoring, supporto tecnico-gestionale, misure per la conciliazione vita-lavoro, ecc.);
– creare un contesto culturale favorevole ed emulativo tramite una comunicazione che valorizzi l’imprenditorialità femminile, in particolare, presso scuole e università.

Tra gli strumenti operativi è previsto la costituzione del Fondo Impresa Donna, che è in fase di definizione, e il rafforzamento di misure già esistenti, come NITO (per la creazione di PMI e auto-imprenditoria) e Smart&Start (per le start-up e PMI innovative), i cui schemi saranno modificati e adattati per perseguire i fini legati all’imprenditoria femminile. Al Fondo saranno affiancate misure di accompagnamento (mentoring, supporto tecnico-gestionale, misure per la conciliazione vita–lavoro, ecc.), campagne di comunicazione multimediali ed eventi e azioni di monitoraggio e di valutazione.
Missione 5 – Inclusione e Coesione Rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES)Le ZES (Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia, Abruzzo e Sardegna) sono aree del Sud Italia che hanno una legislazione economica di vantaggio. La riforma riguarda la semplificazione del sistema di governance delle ZES e lo sviluppo di meccanismi in grado di garantire un’operatività degli interventi in tempi rapidi e l’insediamento di nuove imprese. In particolare la riforma riguarderà l’attività e i poteri del Commissario che avrà la titolarità del procedimento di autorizzazione unica e sarà l’interlocutore principale per gli attori economici interessati a investire sul territorio di riferimento Inoltre, sempre per rendere agevole il procedimento amministrativo di insediamento di nuove imprese, è prevista la realizzazione del Digital One stop Shop ZES, che aumenterà il potenziale di crescita dei territori target, accrescendone l’attrattività nei confronti delle imprese (anche straniere), con conseguente possibile impatto occupazionale.
Missione 6 – SaluteSono previsti finanziamenti per un importo complessivo pari a 18,5 miliardi  con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure. Nello specifico gli ambiti sono:
Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale: rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale: rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture
tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del SSN anche mediante il potenziamento della formazione del personale.

Attuazione del PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrebbe concludersi nel 2026. In ogni caso bisogna considerare che il programma si integra in un piano molto più ampio, che coinvolge anche altre fonti di finanziamento nazionali ed europee. In riferimento alle risorse nazionali, il nostro Paese ha deciso di costituire un fondo complementare, il Fondo di Bilancio, con una dotazione di 31 miliardi che deve finanziare determinate attività e completare il Piano stesso. L’attuazione del PNRR deve avvenire secondo queste tre premesse:

  • le riforme previste e gli specifici interventi devono essere realizzati ad opera delle relative Amministrazioni centrali o locali a cui fanno riferimento (Ministeri, Regioni, Enti Locali);
  • è previsto un coordinamento e un monitoraggio delle attività di attuazione del Piano; queste attività verranno effettuate da un’apposita commissione, di pertinenza del MEF, che sarà anche l’interlocutrice con la Commissione Europea per il PNRR;
  • verrà costituita una Cabina di Regia per il PNRR che dovrà monitorare lo stato di avanzamento dei lavori,  promuovere la cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e modifiche normative per l’implementazione delle misure del Piano.

Tutte le attività implementate saranno sottoposte a un continuo monitoraggio che è in grado di rilevare tutti i dati relativi all’attuazione del PNRR, sia a livello finanziario (spese sostenute per l’attuazione delle misure e le riforme), sia fisico (attraverso la rilevazione degli appositi indicatori), sia procedurale. Oltre a questo sistema, è previsto poi un altro sistema di verifica che ricalca i sistemi di controllo dei fondi strutturali europei; l’obiettivo è quello di prevenire, individuare e contrastare le gravi irregolarità, come le frodi, corruzioni, conflitti di interesse o anche i casi di doppi finanziamenti. L’attività di controllo compete al coordinamento centrale del PNRR, ma anche alle amministrazioni centrali responsabili di misure (autocontrollo).

Infine è previsto un ruolo attivo del Parlamento che dovrà redigere resoconti periodici sull’andamento degli investimenti previsti dal PNRR. Dal 2021 al 2027 entro il 30 giugno di ogni anno il Consiglio dei Ministri deve approvare e inviare alle Camere una relazione, redatta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sulla base dei dati ricevuti dal Ministro dell’Economia e delle Finanze; nella relazione devono essere riportati i prospetti aggiornati sull’utilizzo del programma Next Generation EU e i relativi risultati raggiunti.

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